Cinema

La mente mi cancella : rassegna cinematografica

La  mente mi cancella : rassegna cinematografica

Dal 3 al 24 aprile a Cascina ( PI ) presso la Città del teatro in quattro giovedì saranno presentati OTTO FILM CHE MOSTRANO COME IL CINEMA ABBIA RAPPRESENTATO COMPORTAMENTI EVERSIVI E DEVIANTI IN TUTTE LE LORO SFACCETTATURE. Concepita all’interno del progetto “Le figure della devianza”, in collaborazione con l'Università di Pisa e il DSU Diritto allo studio Universitario, la rassegna cinematografica a cura di Andrea Ciucci, si propone l’obbiettivo di mostrare come il cinema abbia rappresentato quei comportamenti tanto eversivi e così distanti dalle aspettative di una comunità da venir definiti “devianti”. Il titolo della rassegna “La mente mi cancella”, oltre che citare il capolavoro di David Lynch che aprirà le proiezioni, vuole porre l’accento su come la mente, intesa come intelletto che guida azioni e comportamenti, possa sollevare la persona dal ruolo di partecipante al gruppo sociale, per porla al di sopra (nel caso virtuoso della pratica creativa) o al di sotto (nel caso negativo del comportamento anti-sociale) della media dei comportamenti tollerabili, tanto che, in ognuno dei due casi, l’atto sarà suscettibile di sanzione (morale e/o giuridica). Il comportamento deviante (da cui il sostantivo devianza), in quanto inedito ed inaspettato, si colloca immediatamente molto vicino alla sfera della pratica creativa. L’atto creativo altro non è che la rottura di una regola-aspettativa, assunta come consona o normale da un gruppo sociale, finalizzata al rinnovamento della regola stessa ed alla ridefinizione dei canoni morali/etici/estetici della comunità. Allontanarsi dal sistema dei valori condivisi dal gruppo per portarne di nuovi, eluderli per un interesse personale (come nell’esempio dei comportamenti criminali) o, ancora, non adattarvisi per motivi d’incapacità o per orientamento sessuale etc. è considerato un comportamento pericoloso per il gruppo stesso e, dunque, sanzionabile. Ogni comportamento deviante è pertanto sottoposto a giudizio e sanzione da parte della comunità. Articolata in quattro serate, la rassegna prenderà in esame quattro aspetti diversi della devianza. INGRESSO UNICO 3 EURO per serata Giovedì 3 aprile 2008 ore 21,00 "Eraserhead" David Lynch. Con John Nance, Charlotte Stewart, Allen Joseph. Usa 1978 b/n 89’ Primo lungometraggio del regista di “Velluto Blu” e “Twin Peaks”. Esordio dal parto travagliato - le riprese durarono più di tre anni – “Eraserhead” delinea in maniera inequivocabile l’immaginario onirico/grottesco lynchano. Trama impossibile da raccontare, il film è un viaggio allucinato in un incubo di cui John (Jack) Nance è interprete stralunato ed indimenticabile, così come la mostruosa creatura-feto partorita dalla sua compagna. Una pellicola che è diventata subito un manifesto per le controculture anni ’80. ore 22,30 "Il pasto nudo" David Cronenberg. Con Peter Weller, Judy Davis, Roy Scheider. Usa 1992 colore 115' David Cronenberg si cimenta con l’opera dello scrittore americano William Burroughs, padre della Beat Generation. Il pasto nudo è il tentativo di trasporre in immagine quello che non si può filmare, portare al cinema un romanzo che parla di droga, sesso e complotti alieni, scritto da un junkie in piena allucinazione. A soccorrere il regista canadese intervengono spezzoni della biografia dello scrittore - i suoi due angeli custodi-poeti, Allen Ginsberg e Jack Kerouak, l’omicidio della moglie durante il gioco del Guglielmo Tell - che fanno da cornice alle visioni delle routine scritte nella sporca camera dell’albergo di Tangeri, dove Bill Burroughs, tra fiale di morfina e ragazzi marocchini, compose quella che oggi è considerata una delle opere più innovative della letteratura contemporanea. Musiche di Ornette Coleman. Giovedì 10 aprile 2008 ore 21,00 "La tenerezza del lupo" Ulli Lommel. Con Kurt Raab, Jeff Roden, Margit Carstensten, Rainer Werner Fassbinder. RFT 1973 colore 85' Tratto dalla biografia del pluriomicida Fritz Haarmann, che aveva ispirato Fritz Lang per il suo “M, il mostro di Dusseldorf”, “La tenerezza del lupo” è l’esordio alla macchina da presa dell’attore Ulli Lommel, icona del cinema di Fassbinder, che qui è in veste di produttore. Atmosfere morbose, interni umidi e personaggi striscianti per questa storia al limite dell’horror. Rigida costruzione a tesi in cui ad essere messo sul banco degli imputati è l’ipocrita perbenismo piccolo-borghese che, sostiene Lommel - e Fassbinder con lui – porterà la germania alla deriva nazista. Film culto negli ambienti gay-underground, il gruppo d’avanguardia inglese Coil gli dedicherà un brano cantato da Gavin Friday nel 1984. ore 22,30 "Oasis" Chang-dong Lee. Con Sol Kyung-gu, Moon So-ri, Ahn Nae-sang. Corea del sud 2002 colore 132' Jong-du è un ritardato mentale, appena uscito di prigione è la vergogna dei suoi familiari. Trovare lavoro non è facile per uno come lui. Per caso trova l’amore quando incontra Gong-ju, una ragazza spastica segregata in casa. La passione, che all’inizio ha i connotati della violenza, cresce inesorabilmete e i due cominciano a sognare come le persone “normali”, ad amarsi come le persone “normali”, ma purtroppo non lo sono. Le famiglie interverranno per interrompere lo scempio della loro relazione. Pellicola dura e senza fronzoli, potente nel suo asciutto rigore, da uno degli autori della nuova onda coreana (Kim Ki Duk, Park Chan Wook), un esempio di quanto il cinema possa avvicinarsi alla poesia. Giovedì 17 aprile 2008 ore 21,30 "Antonio Ligabue, pittore" Raffaele Andreassi. Con Antonio Ligabue. Italia 1965 colore 24' Dopo “Lo specchio, la tigre e la pianura”, Orso d’argento al Festival del Cinema di Berlino del 1961, Raffaele Andreassi torna a Guastalla dal pittore naïf Antonio Ligabue, adesso all’apice del successo. “Toni el mato”, così veniva chiamato Ligabue a Guastalla, appare un pittore solo, sempre indaffarato a cercare di vendere un disegno per un piccolo gesto di affetto. Erede della tradizione del cinema veritè, Andreassi ci regala un preziosissimo ritratto dell’artista dei “lupi dentro”. Proiezione in collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia-Cineteca Nazionale. ore 22,15 "Moulin Rouge" John Huston. Con Josè Ferrer, Zsa Zsa Gabor, Christopher Lee, Peter Cushing. Usa 1952 colore 119' Vita del pittore Henri de Toulouse Lautrec, condannato alla deformità a causa della frattura di entrambi i femori in età adolescenziale, interprete di quella vita da bohemien che caratterizzò la Parigi di inizio secolo. Alcool e prostitute, “can can” e Montmartre nella ricostruzione di John Huston, cineasta di scuola noir che con il colore ricrea la potenza pittorica di Lautrec. Oscar alle scenografie e ai costumi. Giovedì 24 aprile 2008 ore 21,30 "Dinni e la normalina, ovvero la videopolizia psichiatrica contro i sedicenti gruppi di follia militante" Alberto Grifi. Con Dinni, Armando Vermiglione. Italia 1978 colore 27' La normalina, ovvero una sostanza sintetizzata dalle feci di alcuni impiegati modello, viene scoperta e utilizzata dal sistema per sottomettere le masse ad uno stato di perenne ebetismo, sradicando dolcemente il dissenso dalle giovani generazioni. La protagonista del film è la vera Dinni (la quale appare anche verso la fine di “Lia”) che, incriminata dalla videopolizia, viene arrestata, processata, giudicata colpevole, e quindi, messa sotto “Normalina”! I video sono quelli girati dallo stesso Grifi durante l’assalto degli “autoriduttori” ai convegni ufficiali di psichiatria a Milano dove Dinni emerge come la più intransigente. Tra Aldous Huxley e Anthony Burgess, fiction fanta-grottesca da uno dei più importanti esponenti del cinema underground italiano, inventore di machine rivoluzionarie come il vidigrafo e pioniere del linguaggio video-cinematografico. ore 22,15 "Qualcuno volò sul nido del cuculo" Milos Forman. Con Jack Nicholson, Louise Fletcher, Danni De Vito. Usa 1975 colore 133' Magistralmente interpretato da un Jack Nicholson in stato di grazia, “Qualcuno volò sul nido del cuculo” è ormai un classico del cinema di denuncia. Contro l’istituzione totalitaria ed inumana del manicomio, il film di Milos Forman non cede mai a tirate moraliste o eccedenze di pathos, ma sembra lasciare al succedersi dei fatti ogni conclusione. Con Danny De Vito, Louise Fletcher, nel ruolo della perfida infermiera, il film raccolse all’Academy Awards le cinque statuette più importanti: miglior film, miglior regia, attore protagonista maschile e femminile, miglior sceneggiatura. INGRESSO UNICO 3 EURO per serata LA CITTA' DEL TEATRO VIA TOSCOROMAGNOLA 656 CASCINA - PISA INFO 050.7444400 info@lacittadelteatro.it www.lacittadelteatro.it